In ferie sì, ma dove? Alcune indicazioni per lavoratori e aziende
Il lavoratore è libero di godersi le ferie spostandosi ovunque desideri?
Il datore di lavoro ha l’obbligo di avvisare il personale dipendente circa i rischi per chi viaggia in determinati paesi affinché poi il lavoratore al rientro non rappresenti un pericolo per la salute e il luogo di lavoro?.
Sono questi alcuni interrogativi che occorre porsi al fini di contemperare il diritto alla fruizione delle ferie da parte dei lavoratori, esercizio inderogabile ed indifferibile, con il necessario riguardo per le cautele per la salute conseguentemente necessarie.
Si tratta di finalità che soccorrono alla tutela dei diretti interessati, ma che, al contempo, garantiscono l’aspettativa del datore di lavoro a che le condizioni di salute del lavoratore siano preservate, verificando l’incidenza del suo comportamento sulla sua capacità di adempiere alla prestazione lavorativa affinché il datore di lavoro possa riprendere la propria attività lavorativa nei termini programmati.
L’obbligo del lavoratore non si arresterebbe infatti all'osservazione delle direttive più strettamente connesse allo svolgimento della prestazione lavorativa bensì al suo dovere di improntare il proprio comportamento secondo principi generali di diligenza e correttezza; egli risulta infatti obbligato a tenere una condotta che non abbia ricadute lesive dell’interesse del datore di lavoro all'effettiva esecuzione della prestazione lavorativa.
Vi è infatti l’obbligo di sorveglianza sanitaria e isolamento fiduciario per tutti coloro rientrano in Italia da Romania e Bulgaria, i lavoratori pertanto:
- non possono raggiungere il luogo prescelto con un mezzo privato, ma, al momento dell’ingresso in Italia, devono contattare il Dipartimento di prevenzione, il quale, d’accordo con la Protezione Civile, definirà il luogo dove rimarranno in isolamento per 14 giorni e le modalità di trasporto verso tale luogo;
- devono sottoporsi a sorveglianza sanitaria rimanendo telefonicamente in contatto con il Dipartimento di Prevenzione e rispondendo alle domande sullo stato di salute;
- devono rimanere in isolamento domiciliare per 14 giorni.
E' attualmente del tutto vietato l’ingresso in Italia alle persone provenienti dai seguenti paesi: Bosnia Erzegovina, Kosovo, Macedonia del Nord , Moldova, Montenegro, Serbia, Bangladesh, Armenia, Bahrein, Brasile, Cile, Kuwait, Oman, Panama, Perù, Repubblica Dominicana.
I predetti elenchi potrebbero essere modificati e ampliati in qualunque momento, su disposizione del Ministro della Salute, in relazione all’andamento dell’epidemia in paesi ora non presenti negli elenchi stessi, sicché, gli obblighi di quarantena o il divieto di ingresso in Italia potrebbero improvvisamente essere estesi anche a coloro che si fossero recati in altri paesi con alta incidenza di contagio.
Invitiamo pertanto i datori di lavoro a sensibilizzare i propri dipendenti ad una gestione responsabile del proprio periodo feriale.